La crisi fa mangiar male e, in molti casi, conduce all'obesità. Chi l'avrebbe mai immaginato che la crisi economica, da cui gli italiani, ma non solo, non riescono a districarsi da mesi, influisca in maniera così importante sull'alimentazione? Trovarsi con meno soldi in tasca si traduce inevitabilmente in una spesa sbagliata al supermercato e, di conseguenza, al pericolo per la propria salute. Parola di Nicola Sorrentino, docente di Igiene nutrizionale e Crenoterapia presso la Scuola di Specializzazione in Idrologia Medica dell'Università degli Studi di Pavia.
"Condizioni economiche precarie corrispondono quasi sempre ad alimentazioni povere e alla mancanza di un'educazione alimentare corretta". "Negli ultimi quarant'anni – continua il professore – sono profondamente cambiate le abitudini alimentari in Italia per diversi motivi quali il progresso, la pubblicità, il miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie. Un cambiamento che ha portato il mondo occidentale alla sovralimentazione: mangiamo più di quello che consumiamo e mangiamo male". Eppure la scelta di prodotti al supermercato non manca. "Nel carrello della spesa – dice Sorrentino – troviamo sempre più prodotti confezionati, cibi pronti, non sempre frutta e verdura di stagione. Puntiamo a cibi sofisticati, facili e veloci da preparare: pensiamo alle donne di oggi che devono coniugare l'essere madri con la vita lavorativa, non sempre dopo una giornata di lavoro hanno voglia di mettersi ai fornelli! Ed ora, a spingere ancor più gli italiani a mangiar male, ci si mette di mezzo anche la crisi economica. Si punta a cibi che costano meno, che non sempre sono quelli più salutari". Cibi "fast", già pronti e super calorici, che conducono al sovrappeso e all'obesità senza risparmiare nessuno, nemmeno i bambini che, se ieri bruciavano le calorie correndo in cortile, oggi le accumulano davanti ai video giochi. Una volta i nonni dicevano: grasso è bello. A smentirli ora ci pensa l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che definisce l'obesità come uno dei principali problemi della salute pubblica del millennio dal punto di vista sanitario, sociale ed economico. "In Occidente – prosegue Sorrentino – l'obesità è la seconda causa di morte evitabile dopo il fumo. In Italia l'obesità colpisce il 36% dei bambini. Gli uomini obesi sono il 9,2% di tutta la popolazione adulta, mentre le donne sono l'8,8%; inoltre il 42,4% degli uomini ed il 26% delle donne sono in sovrappeso". Quando si parla di obesità, si pensa innanzi tutto ad un problema estetico, sbagliando. "L'obesità – conclude il professore - è correlata principalmente a tre patologie: cardiopatia, ipertensione e diabete. Sopra i 18 anni, il 14,8% delle persone accusa due delle tre malattie, mentre il 2% tutte e tre".
Ines Brentan