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Il neurologo Angelo Antonini: "Sono solo concausa"
La memoria fa cilecca? Attenzione, potrebbe essere un campanello d'allarme. Chi ha vuoti nel ricordare, infatti, sembra correre più rischi di avere un ictus. Un pericolo che può aumentare fino a 10 volte per chi a 50 anni ha già una memoria che perde colpi. Lo dimostra uno studio che verrà presentato al meeting annuale dell'American Academy of Neurology's, in programma a Honolulu dal 9 al 16 aprile prossimi.

Per arrivare a questi risultati, gli studiosi hanno sottoposto 14.842 persone a un test di fluidità verbale e altre 17.851 a un test di memoria. Il campione, età media 67 anni, è stato monitorato nei 4,5 anni successivi per verificare quanti avrebbero avuto un ictus. Così i ricercatori hanno potuto constatare che il pericolo di un attacco ischemico era quasi quadruplo nelle persone che erano andate male ai test. Non solo. Per i 50enni con problemi di memoria il rischio era quasi 10 volte più alto, 9,4 volte per l'esattezza. «Questa ricerca - spiega Abraham J. Letter, della University of Alabama di Birmingham, autore dello studio - mostra che potremmo prevedere con molti anni di anticipo un ictus, sottoponendo una persona che ha già qualche fattore di rischio a un semplice test per misurare la funzionalità della sua memoria». Il messaggio della ricerca va però interpretato, secondo il neurologo Angelo Antonini, per non correre il rischio di abbinare i cosiddetti vuoti di memoria al segnale di ictus incombente. Spiega il professore: "Un deficit della memoria potrebbe essere un campanello d'allarme di problemi circolatori a livello cerebrale – afferma Antonini – in tal senso può contribuire alle cause di insorgenza dell'ictus ma alla base vi sono per l'appunto problemi di tipo cardio-vascolare. Il vuoto di memoria, invece, è un'altra cosa ed è bene distinguere i due piani. Per quanto riguarda la terapie, entro l'anno saranno finalmente a disposizione anche in Italia nuovi farmaci che consentono di rendere più fluida la circolazione del sangue rallentando il rischio di insorgenza dell'ictus".

Paola Vescovi

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