Nel corso della seduta del 3 agosto, la Quinta Commissione Sanità ha dato il via libera all’unanimità alla definizione del modello organizzativo integrato per la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento del carcinoma della mammella.
Il presidente della Quinta Commissione, Fabrizio Boron, ha espresso la sua soddisfazione “per un provvedimento largamente condiviso e approvato all’unanimità dai commissari, peraltro frutto del lavoro di un gruppo di massimi esperti nel settore, che riorganizza, all’interno della Rete Oncologica Regionale, le attività afferenti al carcinoma mammario, dalla diagnosi precoce ai trattamenti di riabilitazione post – intervento, con particolare attenzione rivolta alle terapie e alle indagini diagnostiche più complesse e più rare”.
“Il gruppo di lavoro – spiega Boron – è stato istituito per attuare in modo omogeneo sul territorio regionale i programmi di screening oncologici. Con il nuovo modello organizzativo integrato, vengono individuati Centri di I° e II° livello, con il coordinamento in capo allo IOV; viene definita la dotazione di ciascun Centro e i tempi e le modalità per la riorganizzazione. Viene, altresì, previsto il collegamento dei Centri di Senologia con l’attività di screening”.
“Sottolineo con orgoglio – continua il presidente – che la Regione Veneto ha esteso lo screening mammario alle donne fino ai 74 anni e, soprattutto, alle ragazze fino ai 40 anni, ad alto rischio per familiarità. Tale condizione è una peculiarità della Regione Veneto, che l’ha finanziata direttamente in quanto non è inserita nei LEA – livelli essenziali di assistenza nazionali. Abbiamo, inoltre, disposto finanziamenti per l’acquisto di nuove apparecchiature, distribuiti sul territorio in modo omogeneo e in proporzione ai diversi bacini di utenza”.
“Grazie al nuovo modello organizzativo integrato – ha concluso Fabrizio Boron - potremo combattere in modo ancora più efficace il carcinoma della mammella, non solo migliorando il trattamento, ma soprattutto svolgendo in modo più capillare attività di prevenzione, con una attenzione rivolta in particolare alle donne rientranti in fasce di età ad alto rischio, con un contenimento dei costi e la possibilità quindi di investire ulteriormente in moderne tecnologie per la diagnosi precoce”.