Piove di Sacco, in oncologia arriva il “Coach del buon riposo”

Capita spesso a chi soffre di tumore, che la malattia tolga il sonno. Per questo motivo prende avvio una sperimentazione che va a prendersi cura della persona “giorno e notte”, considerando anche la facoltà di riposare bene.

La capacità di dormire, con tutto quello che ne deriva di buono e sano, finisce sotto la lente d’ingrandimento all’ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco dove inaugura, nel reparto di Oncologia, un approccio multidisciplinare al sonno: i pazienti vengono “allenati” a riposare bene, precondizione utile a sognare. Tanto che a chi si riapproprierà, con l’aiuto di esperti, di questa condizione fisiologica indispensabile all’economia biologica e mentale, che rientra tra le funzioni vitali di ogni essere umano, verrà simbolicamente rilasciato il “dream pass”, la certificazione che attesta la ritrovata capacità onirica. Il progetto, avviato nelle settimane scorse in fase sperimentale negli ospedali di Cittadella e Camposampiero, trova ora la sua ufficializzazione in una partnership tra Ulss 6 e Fondazione Altre Parole onlus.

“Tutte le fasi che caratterizzano l’architettura del sonno hanno funzioni specifiche e fondamentali: il sonno NREM è collegato alla conservazione e al ristoro delle funzioni vegetative, mentre il sonno REM svolge la funzione primaria di ristoro cerebrale e maturazione corticale. Pertanto, un sonno disturbato può influire negativamente sulla salute generale e sulle abilità cognitive della persona, influenzando la qualità delle sue attività quotidiane, comprese quelle lavorative. Il sonno ha anche una funzione regolatoria che influenza l’umore, l’adattamento allo stress, la regolazione delle emozioni e il comportamento impulsivo. Una bassa qualità del sonno è, infatti, correlata ad abbassamento del tono dell’umore, aumentata irritabilità e maggiore affaticabilità”, spiega il dottor Luca Riccardi, psiconcologo e psicoterapeuta che, con la collaborazione di un borsista, ha predisposto il progetto prossimo a prendere il via nell’Unità operativa semplice di Oncologia di Piove di Sacco, diretto dalla dottoressa Linda Nicolardi. Un progetto che lo trasforma in una sorta di “coach del buon riposo”, partendo da un dato di fatto: chi soffre di una malattia oncologica spesso dorme poco e male. Di qui l’avvio della sperimentazione, che potrà poi essere allargata al personale del reparto e ad altre tipologie di assistiti.

In generale una condizione cronica di deprivazione del sonno rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di alcune patologie, esempio cardiovascolari, di malattie mentali e burnout in ambito lavorativo. La deprivazione del sonno è piuttosto frequente all’interno della popolazione adulta, con un’incidenza del 9% e ancora di più all’interno di alcune popolazioni specifiche, come quella dei pazienti oncologici, con un’incidenza che varia tra il 19% e il 63%. “Essi, infatti, a causa dei disturbi fisici connessi al percorso di cure, aspetti traumatici legati alla diagnosi e ad interventi chirurgici presentano non di rado – osserva la dottoressa Nicolardi – insonnia e disturbi del sonno circadiano. L’incidenza di tali problematiche risulta essere correlata a condizioni di comorbidità legate al cancro come stress emotivo, sintomi depressivi/ansiosi e bassa qualità della vita. Molte persone non sono in grado di riconoscere su di sé i segnali di una mancanza di sonno né i comportamenti disfunzionali che contribuiscono a perpetuarla. Tali difficoltà rappresentano un fattore di rischio per la cronicizzazione dell’insonnia. Si ritiene, quindi, che valutando e affrontando i disturbi del sonno, si potrebbe potenzialmente migliorare la salute mentale/fisica e la qualità di vita nei pazienti oncologici”.

Il progetto si pone dunque come obiettivo generale il monitoraggio e la cura del sonno del paziente oncologico a completamento di una sua presa in carico volta al miglioramento della qualità della vita. Questa sorta di “palestra del sonno” prevede incontri periodici con pazienti oncologici che, su base volontaria, vogliano ricevere informazioni sulla struttura del sonno e la sua funzione, i disturbi e le possibili cause, consigli sulle buone abitudini quotidiane utili ad agevolare la capacità di dormire e di sognare, come correggere comportamenti disfunzionali, finanche alla costruzione del “diario del sonno” per monitorarne l’andamento nel tempo, tutto questo per prevenire la cronicizzazione dei disturbi del sonno circadiano e dell’insonnia.

Tra le buone pratiche di “allenamento”: andare a letto e svegliarsi ad orari regolari, limitare l’assunzione di caffeina e di alcool, evitare di fare esercizio fisico di prima coricarsi, ridurre i sonnellini pomeridiani e l’esposizione alla luce blu nelle ore serali.