«Dopo il netto calo della scorsa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – tornano a salire i nuovi casi settimanali (+22,7%), che si attestano a quota 433 mila con una media mobile a 7 giorni che sfiora i 62 mila casi, a fronte di una risalita dei tamponi totali dell’11,7%» .
Nella settimana 20-26 aprile in tutte le Regioni si registra un incremento percentuale dei nuovi casi (dal +2,9% del Piemonte al +44,8% della Basilicata) . Rispetto alla settimana precedente, in 101 Province si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, in 6 una riduzione. L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 92 Province, di cui 11 registrano oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti: Chieti (1.346), Ascoli Piceno (1.245), Pescara (1.188), Teramo (1.176), Avellino (1.134), Benevento (1.059), Brindisi (1.052), Catanzaro (1.033), Bari (1.029), Salerno (1.015) e Messina (1.002).
Cresce il numero dei tamponi totali (+11,7%): da 2.294.395 della settimana 13-19 aprile a 2.563.195 della settimana 20-26 aprile. In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 13,7% (+250.792), mentre quelli molecolari del 3,9% (+18.008) . La media mobile a 7 giorni del tasso di positività rimane sostanzialmente stabile per i tamponi molecolari (dal 13,2% al 12,8%), mentre per gli antigenici rapidi aumenta dal 16,4% al 18,2% .
«Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe – il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID cala ancora in terapia intensiva (-3,1%), mentre la discesa si arresta in area medica (+1,1%)».
In dettaglio in area critica, dopo una lieve risalita all’inizio del mese, al 26 aprile si registrano 409 posti letto occupati; in area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 8.234 il 12 marzo, i posti letto COVID hanno raggiunto quota 10.328 il 26 aprile. Al 26 aprile il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID non varia sostanzialmente rispetto alla settimana precedente: 16% in area medica e 4,4% in area critica. 14 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che raggiunge il 34,1%, mentre tutte le Regioni si collocano sotto la soglia del 10% in terapia intensiva .
«Rimane sostanzialmente stabile il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni che si attesta a 37 ingressi/die rispetto ai 39 della settimana precedente» .
Risale il numero dei decessi: 1.034 negli ultimi 7 giorni (di cui 93 riferiti a periodi precedenti), con una media di 148 al giorno rispetto ai 123 della settimana precedente.
Al 27 aprile (aggiornamento ore 06.15) l’88,1% della platea (n. 50.757.410) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+7.544 rispetto alla settimana precedente) e l’86,5% (n. 49.847.195) ha completato il ciclo vaccinale (+18.732 rispetto alla settimana precedente).
«Il clamoroso flop delle quarte dosi nelle persone immunocompromesse – commenta Cartabellotta – deve far riflettere le Istituzioni, in particolare considerata l’ulteriore estensione della platea ad altri 4,2 milioni di persone tra le quali arrancano le somministrazioni. Innanzitutto serve un’incisiva campagna d’informazione sia per sensibilizzare la popolazione a rischio di malattia grave sull’efficacia del secondo richiamo, sia per contrastare il generale senso di “stanchezza” nei confronti della campagna vaccinale. Ma l’informazione da sola non basta: deve essere integrata con strategie di chiamata attiva, visto che le ASL dispongono di tutti i dati delle persone inserite nella platea».
«Con il 1° maggio alle porte – conclude il Presidente – i dati dimostrano che la circolazione del virus, già molto elevata, è addirittura in aumento rispetto alla scorsa settimana. La media dei nuovi casi giornalieri è risalita a quasi 62 mila, il tasso di positività dei tamponi molecolari ha superato il 18% e il numero di positivi, ampiamente sottostimato, supera quota 1,23 milioni. Con questi numeri, se è ragionevole mandare in soffitta il green pass che ha ormai esaurito definitivamente il ruolo di “spinta gentile” alla vaccinazione, sarebbe una follia abolire l’obbligo di mascherina nei locali al chiuso, in particolare se affollati e/o scarsamente aerati, e sui mezzi pubblici».