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Figliuolo: in Veneto scienza e organizzazione

Con la irrinunciabile mimetica e il cappello con la penna bianca, determinato ma gentile, il commissario per l’emergenza covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, in ogni tappa della sua visita agli hub vaccinali (Marghera, Padova, Villafranca Veronese) dello scorso 13 maggio, ha esordito elogiando la risposta del Veneto nella profilassi collettiva.
«Il Veneto – ha evidenziato – è primo della classe in quasi in tutti i parametri, il risultato di un grande lavoro sinergico tra medici, operatori sanitari, protezione civile, uomini della difesa ed istituzioni».
«Questa grande sinergia ha prodotto – ha dichiarato visitando l’allestimento alla Fiera di Padova – un hub incredibile, strutturato su due padiglioni. Una sinergia tra istituzioni, con anche quel pizzico di scienza che promana dalla facoltà di medicina della più antica università nel mondo, una eccellenza che non devo essere io a magnificare. I complimenti al Veneto sono superflui, i numeri parlano da soli, qui ci sono hub capaci di raggiungere le 10 mila dosi al giorno. Quando i vaccini arriveranno, in quantità copiose, daremo la spallata definitiva, lasciando il periodo peggiore della epidemia e raggiungeremo l’immunità di gregge.
Maggio è il mese della transizione, a giugno la svolta con 20 milioni di dosi che sono convinto ci saranno. Gli hub sono il frutto del “sistema paese”, quando si fa sinergia si vince. Il Palaexpo di Venezia, la Fiera di Padova, sono esempi di collaborazione proficua. Con 20 milioni di dosi si potrà dare respiro alle aziende e aprire a tutte le classi anagrafiche, quelle del settore produttivo, perché dobbiamo supportare la ripresa economica.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi segue in prima persona l’andamento del piano vaccinale, si sta adoperando con le big pharma per garantire una fornitura adeguata. Sono 26 milioni le dosi inoculate, in Italia al momento e si registra un calo netto di ricoveri e decessi. La vaccinazione è un insieme di scienza ed organizzazione , qui c’è e l’ho vista».
Inevitabile chiedere al generale una valutazione su Astrazeneca e sul prolungamento del periodo per il richiamo dei vaccini ad rna messaggero.
«Tutti i vaccini salvano la vita, ma dobbiamo seguire le indicazioni della comunità scientifica nell’applicazione di essi. Ci sarà il bilanciamento delle dosi tra Regioni, perché non facciamo magazzino; la struttura commissariale controlla tutti i giorni ciò che c’è, si bilanciano le forniture, però con il consenso delle regioni interessate. Dobbiamo vaccinare il più possibile, vale sempre il principio una testa un vaccino».
Le dosi rimaste nei magazzini di alcune Regioni sono proprio quelle di Astrazeneca.
«Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco, ha ribadito che è un siero buono. L’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, sulla base delle segnalazioni giunte al sistema di farmacovigilanza, ha fornito solo la raccomandazione di utilizzarlo negli over 60 e questo al momento rimane, anche se la sua bontà è certificata dai 21 milioni di vaccinati in Inghilterra, a fronte di infinitesimali episodi avversi. Quanto all’allungamento del periodo per il richiamo di Pfizer e Moderna, esistono studi scientifici che dimostrano che non cambia l’effetto del farmaco, se si procrastina la seconda dose. Questo raddoppio permette di somministrare la prima dose a più persone. Non sto facendo la difesa d’ufficio del Comitato Scientifico che ha validato il raddoppio, lo dico da laico valutando le curve di contagio.
A giugno dopo aver messo al sicuro gli over 80, i fragili e gli over 65, si potrà dare il via libera anche agli hub aziendali, (sono 65 quelli pronti in Veneto).
Con una riduzione del 50 per cento delle ospedalizzazioni e del 45 per cento dei ricoveri in terapia intensiva, le categorie produttive possono sperare in un loro coinvolgimento a breve».
I termini più volte ripetuti da Figliuolo sono stati sinergia e confronto, un confronto che il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ha evidenziato essere quotidiano e costruttivo.
«Lo sento quotidianamente, lui scambia spesso ragionamenti e discorsi con noi, visto che a volte siamo gli innovatori. Ora bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo, per parlare di terza dose bisogna avviare uno studio sierologico per capire la durata degli anticorpi nei vaccinati. Ad ottobre non possiamo essere impreparati, può darsi che il Covid sparisca come la Sars, ma uno studio scientifico – coinvolgendo le università del Veneto – ci permetterebbe di capire sul campo e programmare le vaccinazioni. Ad ottobre c’è anche il vaccino antinfluenzale, per il quale abbiamo già avviato la gara».