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La tecnica salvavita adottata poche volte in letteratura ha permesso al cuore di Flavio Marcato, 61 anni di Camposampiero, di ripartire, senza nessun danno neurologico

Ha appena finito di cenare quando Flavo si sente male. La corsa in ospedale e il cuore che si ferma per cinquanta, infiniti minuti. L’ultimissima spiaggia, una tecnica salvavita adottata poche volte in letteratura, permette al cuore di Flavio Marcato, 61 anni costruttore edile residente a Camposampiero, di ripartire. Forte, vigoroso e senza nessun danno neurologico. Flavio è vivo, e dopo quest’incredibile esperienza, è tornato alla sua vita di sempre. Era il 3 febbraio scorso quando l’uomo rientra dalla solita passeggiata serale con la moglie, si siede a tavola, cena leggero: all’atto di alzarsi dalla sedia, sente un dolore lancinante al collo. Comincia a sudare, capisce che sta accadendo qualcosa, contatta la figlia che lo accompagna all’ospedale più vicino, il “Pietro Cosma” di Camposampiero. Qui l’infermiere Roberto Moretto intuisce immediatamente che l’anziano ha bisogno di aiuto e chiama il dottor Stefano Vido.

Proprio mentre cercano di capire cosa stia succedendo il cuore di Flavio si ferma. Subito rianimato e defibrillato, il cuore riparte giusto in tempo perché il cardiologo Francesco Campisi esegua un ecocardiogramma (un video in “diretta” del cuore che pulsa) che mostra un grave infarto in atto. Passano solo pochi minuti e il cuore di Flavio si ferma di nuovo. Per ben 30 minuti il dottor Vido insieme agli infermieri Francesco Galli, Salvatore Rocca, Barbara Trevisan e Silvia Polello cerca di farlo ripartire, con il defibrillatore e con i farmaci antiaritmici. Ma niente sembra avere effetto e il cuore rimane fermo. Si decide di tentare l’ultima carta, una terapia che ha pochissimi precedenti in letteratura, una trombolisi durante il massaggio cardiaco: i medici iniettano cioè un farmaco che scioglie i coaguli di sangue che si sono formati nelle coronarie (i vasi che nutrono il cuore). Per ben altri 20 minuti continuano a rianimare Flavio e improvvisamente sul monitor riappaiono il ritmo e il suono: il cuore è ripartito. A questo punto il dottor Vido insieme all’autista soccorritore e agli infermieri trasporta Flavio in Emodinamica a Cittadella dove i colleghi cardiologi, tramite una coronarografia cosiddetta “rescue”, cioè di salvataggio, riaprono completamente i vasi del cuore. Riportato intubato in Rianimazione a Camposampiero, il signor Flavio, già il giorno successivo, si sveglia senza alcun danno neurologico. “Qualche giorno dopo sono andato a trovarlo in Cardiologia – commenta il dr. Vido - e ho ricevuto il più bel regalo: il suo sorriso!”.

"Questo episodio conferma che la formazione continua e la professionalità di tutti portano a eccellenti risultati. Quanto messo in atto dal dr. Stefano Vido e dal team del Pronto soccorso - commenta il direttore di quest'ultimo, dr. Giuseppe Marinaro - non rappresenta una procedura frequente e comporta anche potenziali rischi. Non posso che essere orgoglioso di dirigere un gruppo di professionisti preparati e in grado di affrontare momenti di alta tensione senza perdere il controllo, puntando dritto all'obiettivo".

“Ringrazio i medici e tutto il personale, mi viene ancora da piangere, sono stati bravissimi, se sono vivo è merito loro. Io – racconta Flavio Marcato - ho una storia particolare: era il 3 febbraio, le 19.30 quando ho sentito un piccolo dolore al collo. Un’ora prima avevo fatto dieci chilometri a piedi, la solita passeggiata con mia moglie e il nostro cagnolino, un’abitudine consolidata, tutte le sere, compresi i giorni festivi. Appena tornato dalla passeggiata mi sono fatto doccia, ho mangiato una minestrina perché la sera sto leggero, mi sono alzato dalla sedia, ho avvertito male al collo e ho cominciato a sudare. Ho preso paura. Mia figlia mi ha subito portato al Pronto soccorso dell’Ospedale di Camposampiero, ricordo di aver scambiato qualche parola con il medico Stefano. Poi ho chiuso gli occhi e sono andato in arresto cardiaco. Mi sono svegliato il giorno dopo in Rianimazione, ho chiesto di mia moglie e di mia figlia. Ringrazio il Signore e gli operatori sanitari, miei salvatori”.

Flavio è tornato a lavorare tutti i giorni, e a passeggiare, tutte le sere.

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