Sociale

Dieci marzo 2020: due mesi fa scattavano le misure restrittive - per contenere il contagio da coronavirus - in tutto il territorio nazionale. Il Dpcm del 9 marzo 2020 estendeva le misure previste da un precedente provvedimento e destinate inizialmente a cinque regioni. Si vietava ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico fino al 3 aprile. Poi la chiusura di tutte le attività ritenute non strategiche, il balletto sui codici Ateco, il divieto di lasciare il proprio comune di residenza. Quindi la proroga al 13 aprile (per evitare assembramenti a Pasqua), poi fino al 4 maggio (per trascorrere in sicurezza il 25 aprile e il 1° maggio).

Il 56% dei lavoratori vorrebbe continuare a lavorare da casa, contro il 44% di chi vorrebbe subito rientrare. Strette di mano bandite per molto tempo, paura dei colleghi asintomatici. Sono alcuni dei risultati dell’indagine condotta da EasyHunters, società di ricerca e selezione personale, tra 13.000 lavoratori di aziende di ogni settore, di ogni grandezza e con livelli di esperienza eterogenei. 

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