LoL, acronimo di Lab on Life, è la novità pensata per la “generazione Z”: si tratta di un Centro educativo digitale, inaugurato nei giorni scorsi al Complesso socio-sanitario Ai Colli, che si basa sul presupposto di educare i giovani a vivere al meglio le sfide interattive che incontrano nella quotidianità.
LoL intende così favorire l’alfabetizzazione digitale, lo sviluppo del pensiero critico e delle condotte prosociali attraverso l’implementazione di competenze sia relazionali che emotive. Il Centro fa parte delle azioni intraprese per la realizzazione del progetto Cambio Gioco di cui è responsabile la dott.ssa Arianna Camporese mentre la referente del centro LOL è la dott.ssa Stefania Gallo; all’interno collaborano operatori di diverse professionalità afferenti da entrambe le UOC del Dipartimento Dipendenze.
Il progetto, finanziato con i fondi del Ministero della Salute (Decreto Ministero del 26/10/2018) e approvato dalla Regione del Veneto (DDR n.5/2022 e successivo DDR n.15/2022), nasce da un’idea di alcuni operatori del Dipartimento Dipendenze che si occupano di prevenzione maturata anche a seguito di collaborazioni con altre realtà italiane e di momenti formativi con esperti del settore. Il laboratorio Lab on Life del Dipartimento Dipendenze è strutturato in tre “stanze” esperienziali: la stanza della gamblification, la stanza del corpo e la stanza della realtà virtuale aumentata e biosensoristica.
– Nella “stanza della gamblification” si cerca di accrescere la consapevolezza rispetto alle azioni di promozione del gioco d’azzardo presenti nella nostra società in generale e nei videogiochi in particolare. Durante l’attività si affronta il tema del processo di normalizzazione del gioco d’azzardo che sta coinvolgendo non solo gli adolescenti ma anche gli adulti e il mondo dell’educazione. Per aumentare la consapevolezza di tale fenomeno si propone ai partecipanti di giocare a dei videogiochi e di utilizzare una piattaforma di apprendimento basata sul gioco a partire dalla visione di un video che raccoglie varie forme di pubblicizzazione del gioco d’azzardo.
– Nella “stanza del corpo” si fa integrare l’esperienza digitale con l’esperienza corporea, utilizzando pratiche di consapevolezza corporea, emotiva, cognitiva e del respiro per riscoprire il proprio corpo come risorsa da utilizzare per fronteggiare situazioni di stress, di eccessiva attivazione o di difficoltà. Vengono accompagnati i partecipanti a sperimentare varie esperienze di rilassamento (camminata lenta, respirazione, body scan etc.) al fine di aumentare la consapevolezza del qui e ora, utilizzare i propri sensi e ad ascoltare il corpo e i suoi bisogni. Aumentare la consapevolezza aiuta a ridurre i comportamenti impulsivi e quindi anche le condotte legate al gioco d’azzardo e all’assunzione di sostanze.
– La “stanza della realtà virtuale aumentata e biosensoristica”: attraverso questa esperienza si cerca di promuovere l’apprendimento attivo, il benessere psicologico e il cambiamento positivo delle persone attraverso un’esperienza virtuale immersiva che permette di vivere particolari condizioni della propria vita (congelamento emotivo, nebbia cognitiva, indecisione, scarsa autostima, difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi,….). Le esperienze proposte tendono ad aumentare il senso di benessere e di autoefficacia stimolando intuizioni e risposte emotive. L’aumento del senso di autoefficacia aiuta a ridurre la tendenza a ricorrere al gioco d’azzardo e alle sostanze stupefacenti come strumenti degli stati emotivi alterati.
“Le attività – spiega la dr.ssa Camporese – sono destinate agli studenti di quarta superiore, in futuro le attività saranno offerte anche agli studenti delle scuole medie, tenendo comunque conto che la tipologia ben si adatta però anche a percorsi formativi rivolti agli adulti. Il focus attuale è quello di educare al digitale in un’ottica di prevenzione, ma siamo interessati anche alle possibili applicazioni alla clinica, per questo nella realizzazione del centro abbiamo collaborato anche con colleghi provenienti da altri Servizi dell’Ulss 6 e Università degli Studi di Padova”. Al Centro Digitale LOL possono accedere, nei giorni di lunedì e mercoledì dalle 9 alle 13, un massimo di 30 persone (una classe) alla volta per un tempo di circa 4 ore. Le attività proposte sono gratuite, per accedere al Centro è necessaria la prenotazione via email lol.laboratoriodigitale@aulss6.veneto.it o contattando la referente dott.ssa Stefania Gallo 346.3737116.
L’edificio ove sorge il Centro Digitale LOL del SerD è l’ex canonica della chiesa del Complesso socio-sanitario Ai Colli, edificio ristrutturato dell’UOC Psichiatria 1, sede ove è stato trasferito il nuovo Day Hospital Territoriale del Centro di Salute Mentale di via dei Colli (funzione del CSM che accoglie sino a 12 utenti/die, gestito da un team di psichiatri, psicologi, infermieri).
“Con l’analoga attività del Day Hospital Territoriale del CSM di via Sant’Eufemia viene così data risposta al bisogno di cura intensiva di persone residenti nel territorio dell’Unità Operativa Complessa Psichiatria 1 (Distretti di Padova Piovese, Padova Bacchiglione e Padova Terme Colli), soprattutto giovani, che presentano – sottolinea il direttore del Dipartimento di Salute mentale dell’Ulss 6 Euganea, dr. Roberto Lezzi – quadri psicopatologici sub-acuti o che sono in dimissione dai reparti psichiatrici, riducendo così i tempi di ricovero o evitando il ricovero stesso. La collaborazione con il SerD riguarda anche utenti che presentano sia un disturbo psichiatrico che dipendenza da sostanze, inoltre l’ospitalità del Centro LOL consente di svolgere attività di prevenzione e di educazione alla salute, che in certa parte potrà coinvolgere anche utenti del Centro di Salute Mentale al termine del percorso sub intensivo in Hospital Day Territoriale. La struttura è stata autorizzata alla realizzazione all’esercizio come Day Hospital Territoriale, ma rappresenta una modalità innovativa di gestione risposta ai bisogni di salute integrati, in un rapporto di sinergia fra i due Servizi, rivolta nello specifico a giovani adulti con psicopatologia o stati mentali a rischio”.
OTTOMILA PADOVANI SI “GIOCANO” LA SALUTE. Poker, ramino, blackjack, scommesse sportive, lotto, slot machine, gratta e vinci, poker online e molto altro ancora: il gioco, quando smette di essere un piacevole passatempo, può mandare la vita in frantumi. Non solo la tua, anche quella di chi ti sta attorno. Si è tenuta a marzo scorso la manifestazione “Siamo tutti in gioco” – settimana di sensibilizzazione promossa dall’Ulss 6 contro il gioco d’azzardo – con una amara consapevolezza: chi si rivolge ai servizi sanitari, ammettendo di aver bisogno di aiuto, è appena il 3 per cento della popolazione. Nel territorio della nostra Ulss 6 Euganea, attualmente sono in carico al Ser.D. 251 pazienti, ma si stima che a soffrire di ludopatia tra Padova e provincia siano oltre 8.000 persone, che non “emergono” per paura, vergogna, stigma.
I campanelli d’allarme: perdere il controllo di sè, essere irascibili e ansiosi, ritrovarsi vulnerabili, raccontare bugie, sperperare denaro senza controllo. Sintomi insomma sovrapponibili alla dipendenza da sostanze. Chi si è perso la ricca programmazione della Settimana – 15 incontri con una ventina di relatori, seguiti da oltre 6.500 persone, on line e in presenza, e apprezzamenti giunti da varie parti d’Italia – può rivedere l’evento al link: https://cambiogiocoulss6.it/multi_media