Ti conosco mascherina
E se ti conosco, so anche come prevenire i disturbi della pelle legati al necessario uso delle protezioni. A spiegarci cosa succede alla nostra cute con l’uso quotidiano e prolungato dei dispositivi di protezione sanitaria, con utili consigli per prevenire e curare le problematiche correlate, è la dott.ssa Anna Belloni Fortina, professoressa di dermatologia all’Università di Padova.
Quali sono i problemi della pelle correlati all’uso della mascherina?
Preciso fin da subito che i problemi correlati all’uso di dispositivi anti-Covid 19 sono infinitamente bassi rispetto a qualsiasi rischio d’infezione. In più, ogni problematica può essere facilmente risolta, quindi raccomando sempre un uso corretto della mascherina e degli igienizzanti per mani. I problemi per adulti e bambini, donne o uomini sono in sostanza gli stessi. Parliamo in generale, di problematiche riscontrate su una grande fascia di popolazione con consigli base per tutti, ovviamente chi ha già pregressi problemi dermatologici o situazioni più severe deve consultare uno specialista per ricevere le giuste indicazioni di cura, se serve anche farmacologiche. I problemi si possono verificare quando c’è un uso quotidiano prolungato (fino a 8-9 ore al giorno) del dispositivo che più è composto da tessuto spesso più crea un effetto occlusivo per l’epidermide, infatti, anche attraverso la pelle del viso produciamo di continuo vapore acqueo, ovvero sudore utile al raffreddamento corporeo, che con la mascherina viene trattenuto proprio in una zona ricca di ghiandole sebacee. Si potrebbe dunque creare nella zona coperta dal dispositivo una follicolite (infiammazione dei follicoli piliferi sebacei), situazione più comune che come specialisti stiamo riscontrando e che spesso però, sbagliando, viene scambiata per acne visto che crea nella pelle dei foruncoli. Alcune mascherine non idonee inoltre potrebbero contenere nella loro composizione trattamenti che al contatto con la pelle causano delle irritazioni, in particolare nei punti di contatto, in quel caso è consigliato dismetterne l’uso e cambiare prodotto verificandone l’idoneità. Per quanto riguarda l’uso di prodotti disinfettanti per le mascherine, che contro i virus devono contenere una formulazione con giusta base di alcol, io non ne sconsiglio in assoluto l’uso ma di sicuro raccomando se serve di utilizzarlo solo per l’esterno del dispositivo. Questo perché se spruzzati all’interno potrebbero causare irritazioni entrando a contatto con la pelle o attraverso il sudore. Altro caso, invece, è quando la pelle viene a contatto con il dispositivo nei punti di frizione, specialmente il nasello squando rigido con componente metallica, e vengono a formarsi delle dermatiti irritative da contatto/frizione, caratterizzate da rossore e prurito, oppure delle lievi abrasioni. Avviene però se l’utilizzo è prolungato, ad esempio l’abbiamo visto nei sanitari all’interno degli ospedali che per molte ore indossano strati di dispositivi; tutti ricordiamo le ormai tristemente famose foto nella prima ondata dello scorso anno delle infermiere con i volti pieni di segni. Nella popolazione in generale direi che questo tipo di conseguenza è molto più rara, anche per la tipologia di dispositivi utilizzati. Molto più comune invece è la comparsa di foruncoli, sempre dovuti alla frizione della mascherina sulla pelle -sollecitata ad esempio dal semplice movimento quando parliamo-, dovuti all’occlusione del follicolo pilifero sebaceo con probabile presenza dei batteri che possono portare a piccole infezioni.
Come risolvere questi problemi?
Dipende dalla serietà del problema e per quanto tempo perdura, in ogni caso richiedere il parere di uno specialista è sempre utile per avere la giusta indicazione di cura o soluzione. In linea generale, per un intervento “fai da te” consiglio di utilizzare creme quanto più prive di profumazionii e agenti aggressivi che possono peggiorare rossori e irritazioni. Ancora di più ideali sono i prodotti come gel idratanti o fluidi, molto presenti ormai in commercio, caratterizzati da texture meno pesanti e più fresche, che non vanno ulteriormente ad ostruire i follicoli. Per ottenere un sollievo non solo immediato ma anche curativo, il prodotto scelto e applicato deve stare il più possibile sulla pelle, per questo raccomando di utilizzare sempre la sera/notte come momento nel quale anche la nostra pelle possa giovare di riposo e ristoro, riequilibrando lo stress accumulato durante il giorno. Se invece è presente un’irritazione più importante, spesso dove posa il nasello, si possono utilizzare delle creme antinfiammatorie non steroidee oppure, sempre su consiglio del medico o del dermatologo, creme a base di cortisone. Se invece c’è la comparsa di una follicolite importante ci sarà necessità di utilizzare un antibiotico antisettico topico (ovvero in crema e non ad ingestione) per bloccare la proliferazione dei batteri.
C’è una casistica che dimostra una differenza tra effetti sull’epidermide maschile e femminile nella comparsa di tali problemi?
Non c’è una sostanziale differenza, sono problematiche comuni. Nelle donne può però verificarsi più comunemente la follicolite perché la pelle è più sensibile, in particolare dopo la pubertà quando la pelle femminile diventa più irritabile per un aumento naturale delle terminazioni nervose, oppure per la presenza sotto il presidio sanitario di una base cosmetica o di make-up.
Cosa può dirci invece sulle dermatiti legate all’uso di prodotti per l’igiene delle mani o guanti?
Anche se parliamo di un virus che trova la sua più significativa diffusione per via aerea, tramite le goccioline che si producono da naso e bocca, ormai è noto e consolidato che sia altrettanto importante la sanificazione di ambienti e superfici, quindi, anche quella costante delle nostre mani, in particolare se tocchiamo oggetti in uso anche ad altre persone o se siamo fuori casa. La prima arma per eliminare i virus dalla pelle, che consiglio ogni qual volta sia possibile, è il lavaggio delle mani, con gli ormai consueti movimenti conosciuti che vanno a sanificare tutta l’epidermide della mano e con un giusto tempo che permetta al sapone, va benissimo uno normale, di agire. Il lavaggio con sapone comune fatto bene è certamente efficace e meno impattante dell’uso degli igienizzanti senza risciacquo.
Questi ultimi però, vista la situazione, sono fondamentali quando siamo fuori casa ed è bene usarli ogni qualvolta sia necessario, ricordo comunque che l’importante nel dubbio di non avere le mani pulite è non toccarsi naso, bocca e occhi in modo in caso di non far penetrare il virus. Dalla nostra esperienza a contatto con i pazienti e dagli studi scientifici finora prodotti le dermatiti irritative alle mani in questo periodo non hanno avuto un aumento esponenziale, a maggior rischio anche questa volta ovviamente sono i sanitari che usano guanti e gel per molte ore, nella popolazione generale invece sono meno comuni. Se si ritiene necessario o si vuole usare i guanti, per evitare che al contatto con la pelle e con il sudore ci siano problemi consiglio di utilizzare sotto il guanto protettivo un guanto di cotone o in caso di cambiarli spesso. Gli ormai comuni gel che usiamo per sanificare le mani, in alcune persone che magari ne fanno uso eccessivo, possono creare rossori e secchezza a causa principalmente del componente gelificante. Così sollecitata come in questo periodo, viene intaccata la struttura dell’epidermide delle mani; comunemente anche a livello scientifico infatti si usa paragonare la struttura della pelle a dei mattoni tenuti assieme dalla malta per spiegare come le sollecitazioni esterne influiscano sull’integrità della barriera cutanea delle mani. Solitamente per casi generici di irritazione, come avviene anche per il normale effetto dell’esposizione al freddo invernale, la struttura viene riparata grazie all’uso di creme idratanti ed emollienti, meglio se poco profumate, che devono agire il più possibile, quindi ne consiglio l’uso la sera/notte.
Se invece la problematica è più seria, sempre dopo il consiglio di un medico o dermatologo, risolutivo può essere l’uso di creme al cortisone che vanno a “spegnere” l’infiammazione.
Gel disinfettanti a base di alcol hanno controindicazioni con l’esposizione al sole e l’interazione con le creme solari?
Non c’è nessuna controindicazione, anche in spiaggia quindi se tocchiamo qualcosa in giro o di non nostro resta importante la pulizia delle mani secondo le abitudini adottate finora.
La pandemia ha accentuato l’uso di disinfettanti anche sugli indumenti, cosa può dirci a riguardo?
Era una tendenza che per fortuna prima dell’avvento del Covid-19 era andata a perdersi, purtroppo ora invece è tornata molto frequente. Da sempre io sconsiglio l’uso di qualsiasi disinfettante che viene usato per il lavaggio in lavatrice o a mano assieme al detersivo. Il detersivo e un’adeguata temperatura di lavaggio bastano infatti ad igienizzare gli indumenti, anche quelli dei bambini.
Lo preciso perché ne riscontriamo l’uso maggiore da parte di persone con bambini piccoli o in età scolare, ovvero quei soggetti che però sono più di altri soggetti a reazioni cutanee dovute all’aggressività di tali prodotti. Infatti anche se viene fatto il risciacquo, una parte di prodotto rimane nei tessuti e può causare problemi sulla pelle perché sono prodotti chimici: la maggior parte delle dermatiti nei bambini sono dovute proprio a questo. E’ un’ iper-protezione che non serve, tuttalpiù si usino prodotti naturali come aceto e bicarbonato, o nulla.