sala attesa

Siamo la seconda gamba del Servizio Sanitario

Per camminare – anzi, in questo caso – per correre, ci vogliono due gambe. Anisap Veneto è pronta ad essere la seconda gamba della sanità regionale, per aiutare il servizio sanitario a recuperare le prestazioni inevase durante la pandemia.
è questo il messaggio portato da Giuseppe Caraccio, presidente di Anisap Veneto – Trentino Alto Adige, all’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, durante l’incontro che si è svolto martedì 3 agosto scorso.

Caraccio


«Le strutture private accreditate – spiega Caraccio – sono già attrezzate per fornire queste prestazioni. Come tutte le realtà sanitarie, hanno lavorato durante i mesi della pandemia, alleggerendo il peso che gravava sulla “gamba pubblica” della sanità, impegnata a condurre la battaglia contro il coronavirus.
Le strutture ambulatoriali private accreditate afferenti ad Anisap, delle quali 50 associate operanti nel Veneto, in questi ultimi decenni di attività, in stretta sinergia con la Sanità Pubblica, non hanno mai smesso di essere un prezioso ed imprescindibile ausilio per i cittadini in quanto utenti del Servizio Sanitario Nazionale».
La riunione con l’assessore regionale alla Sanità era volta proprio a definire il contributo operativo che le strutture private convenzionate possono dare per recuperare le quasi 500mila prestazioni rimaste inevase.
«Non tutti ricordano che il prezzo delle prestazioni nelle strutture private convenzionate è uguale a quello della sanità pubblica. Alle strutture private convenzionate viene assegnato un budget, un tetto massimo di prestazioni da erogare.
Gli imprenditori investono in personale, macchinari, aggiornamento, per offrire servizi sempre all’altezza delle aspettative, ma non possono speculare».
In questa particolare situazione che si è creata da febbraio 2020, con i primi decessi per Covid-19, con i reparti degli ospedali riconvertiti in fretta e furia in reparti per la cura dei contagiati, c’è stata una carenza sia di posti che di personale da dedicare al resto dell’attività, in particolar modo nel settore della prevenzione.
Ecco perché la Regione Veneto, sulla scorta di quanto stabilito dal Governo, ha deciso di concedere un extrabudget alle strutture private accreditate, per superare il tetto di prestazioni inizialmente stabilito e contribuire ad assorbire la coda che si è creata.
Ciò vale non solo per l’ordinaria gestione dell’attività sanitaria, ma soprattutto per tutelare la delicata situazione dei pazienti fragili quali i malati oncologici, per garantire le attività di prevenzione primaria, per monitorare le malattie croniche che necessitano un’osservazione costante.
«All’assessore Lanzarin abbiamo messo a disposizione il personale, il tempo e l’impegno di tutto il mondo Anisap – conferma Caraccio – perché siamo convinti che l’unione faccia la forza. Sempre per tornare alla metafora precedente, non ci sentiamo una stampella della sanità: siamo la seconda gamba, quella che permette al Servizio Sanitario Nazionale di camminare. Qui in Veneto abbiamo dato una risposta di qualità all’emergenza, la gestione della pandemia è diventata un fiore all’occhiello che nelle altre regioni ci hanno invidiato e copiato.
Adesso è il momento di fare vedere ancora una volta di cosa siamo capaci, riportando la situazione alla normalità. Anisap conclude Caraccio – e tutto il mondo delle strutture private convenzionate, è pronta a fare la propria parte».
Giuliano Gargano