Ospedale San Donà di Piave, inaugurato “Percorso Donna”

Nei giorni scorsi l’assessore veneto alla Sanità e alle Politiche sociali, all’ospedale civile di San Donà di Piave, ha inaugurato “Percorso Donna”, area dedicata alle patologie oncologiche femminili in cui sono concentrate tutte le attività ambulatoriali di screening, senologia, ginecologia e un ambulatorio chirurgico. 

Al taglio del nastro oltre all’assessore alla Sanità erano presenti il collega al Bilancio, la presidente della 5. Commissione del Consiglio Regionale, il sindaco di San Donà ed altre autorità, accompagnate dal Direttore Generale dell’Ulss 4 “Veneto Orientale” e dai direttori dei reparti coinvolti.

 “Inauguriamo uno spazio pensato e organizzato per quello che è un percorso assistenziale completo, gestito in maniera multidisciplinare e all’insegna dell’umanizzazione degli ambienti sanitari. Un percorso, quindi, che è concepito per l’utente finale, in questo caso la donna che si sente curata e seguita specificamente in tutte le fasi della patologia oltre che in un ambiente più confortevole, ma è di aiuto anche ai professionisti della sanità che al suo interno possono lavorare meglio perché concepito in modo più appropriato anche dal punto di vista organizzativo e logistico”.

“I dati sulle patologie femminili sono oggi incoraggianti – sottolinea l’assessore alla Sanità -. Probabilmente non arriveremo mai alla loro cancellazione ma se le speranze sono sempre più alte sono anche progetti come quello che inauguriamo oggi che hanno consentito di alzare l’asticella. La popolazione femminile, infatti, ha in essi un unico riferimento in cui la donna è messa al centro in ogni sfaccettatura della patologia oncologica: dalla prevenzione con lo screening, quindi con un’attività di diagnosi precoce, fino a tutte le operazioni diagnostiche, all’intervento chirurgico se necessario e a tutta la parte post intervento. In un percorso simile, insieme alla tecnologia, a fare la differenza è la multidisciplinarietà dei professionisti coinvolti perché significa concentrare in un contesto unico lo scambio di competenze ed esperienze in diversi ambiti sanitari con lo scopo del bene della paziente”.

“Ogni tappa come questa che viene raggiunta – conclude l’Assessore – avviene anche sulla spinta della grande collaborazione del mondo del volontariato. Nel caso specifico ringrazio le associazioni ANDOS e Donne 2000. L’associazionismo è protagonista di questi percorsi, non solo nelle campagne di prevenzione e informazione. Sostiene, infatti e affianca il lavoro dei sanitari assumendo un ruolo sociale e fornendo un apporto al paziente che oggi è tanto importante quanto l’intervento farmacologico, terapeutico e chirurgico”.