Infortuni sul lavoro, 7.319 a Padova nel biennio 2020-22

Sono 7.319 gli infortuni che l’INAIL ha riconosciuto nel 2021 nel territorio della provincia di Padova: gli infortuni in itinere sono stati 1.049 pari al 15% di tutti gli eventi, mentre gli infortuni in occasione di lavoro avvenuti senza mezzo di trasporto sono stati 6.047; i rimanenti 223 (3%) sono quindi classificati come incidenti stradali avvenuti in occasione di lavoro.

Considerando tutti gli infortuni avvenuti in occasione di lavoro (stradali e non stradali), la provincia di Padova con 6.270 eventi rappresenta il 17,4% del totale regionale (35.950). In relazione alle altre province, Padova nel 2021 si colloca al quarto posto per numero assoluto di eventi, dopo Verona (8.724), Vicenza (7.999) e Treviso (7.666). Rispetto al 2017 (ultimi 5 anni), la riduzione degli infortuni media regionale è stata del 13,5%, con Padova che ha registrato il risultato migliore in questo arco temporale (-18,5%), seguita da Rovigo e Verona (rispettivamente -17,4% e 15,2%). Le altre province si attestano attorno al -10,5-11%.

Nel dettaglio, in provincia di Padova (dove insistono 107.000 aziende che danno lavoro a circa 380.000 persone), il numero di infortuni negli ultimi cinque anni è passato dai 8.980 eventi del 2017 ai 7.319 del 2021. Il numero di eventi ha mostrato un calo continuo dopo il picco di oltre 9.000 casi del 2018 (+1,8% rispetto al 2017), con la maggiore riduzione che si è registrata nel 2020 (-8,6% rispetto al 2019). Nel 2022 comminate multe per oltre 1 milione di euro, poi reinvestiti in formazione e sostegno alle imprese.

DISTRIBUZIONE PER COMPARTO ULSS 6 EUGANEA. Analizzando la distribuzione percentuale degli infortuni nei principali comparti, al netto degli infortuni in itinere, l’industria sembra essere il comparto con il maggior numero di infortuni (quasi il 40%) seguita da terziario (poco meno del 30%), artigianato (17%) e agricoltura (4%). Negli ultimi 5 anni la gestione agricoltura ha mostrato la riduzione più significativa con -48,6%. L’insieme industria e servizi ha visto invece una diminuzione pari al -10%: in particolare nel comparto costruzioni il fenomeno infortunistico dal 2017 si è ridotto all’incirca del 26%. Nell’ultimo anno di cui si dispone dei dati completi si è osservato tuttavia un aumento del numero di infortuni in quasi tutte le aree produttive, ad eccezione dell’agricoltura e della sanità. La risalita nel numero di infortuni è particolarmente rilevante nell’industria, dove l’incremento è superiore al 15% negli ultimi 12 mesi e nell’artigianato che vede un aumento di quasi il 25%. 

TASSI DI INCIDENZA E GRAVITA’. Come già detto, il numero totale di infortuni riconosciuti è sostanzialmente in costante calo nell’ultimo quinquennio, in particolare per quello che riguarda gli infortuni di minima e lieve entità. Sono tuttavia risaliti, a livello regionale e locale, gli infortuni mortali, seppure con un numero assoluto sostanzialmente stabile, in controtendenza rispetto ai dati nazionali. Questo è particolarmente vero se tali dati vengono rapportati con i dati 2020 che avevano mostrato un drammatico aumento degli infortuni mortali sul territorio nazionale (anche per il contributo della pandemia da Covid-19). Nel 2021 gli infortuni accertati in regione sono stati 41.715, in diminuzione in confronto ai due anni precedenti rispettivamente del 10,86% (2019) e del 9,64% (2020). Con riferimento alla modalità di accadimento, mostrano aumenti soltanto gli infortuni in itinere accertati positivi (+25.76% rispetto al 2020). A livello nazionale il dato rilevato nel 2021 (349.643) è in diminuzione in confronto ai due anni precedenti rispettivamente del 16,20% e dell’11,61%. Con riferimento alla modalità di accadimento, mostrano aumenti i soli casi accertati positivi degli infortuni in itinere (+19,04% rispetto al 2020).

L’analisi per esito degli infortuni accertati positivi in Veneto evidenzia diminuzioni nel 2021 rispetto ai due anni precedenti per quelli in assenza di menomazioni (-6,68% rispetto al 2019 e -9,04% rispetto al 2020). In calo anche gli infortuni accertati positivi con menomazioni (-32,67% rispetto al 2019, -13,92% rispetto al 2020). Gli accertati positivi con esito mortale sono stati 69, a fronte dei 71 del 2019 (-2) e dei 66 del 2020 (+3). L’andamento a livello nazionale mostra diminuzioni nel 2021 rispetto al biennio precedente sia dei casi accertati positivi senza menomazioni (-13,45% e – 12,44%), sia di quelli accertati positivi con menomazioni (-29,09% e -6,30%). In calo anche gli infortuni accertati positivi con esito mortale, che sono stati 685 nel 2021 (erano stati 725 nel 2019 e 947 nel 2020).

Infortuni mortali sul lavoro nel territorio dell’Azienda 6 Euganea – anni 2020-2022. Nel triennio 2020-2022 sono stati segnalati 21 infortuni mortali, di cui 5 poi identificati come da cause naturali. Dei 16 infortuni mortali, 4 sono occorsi a lavoratori di sesso femminile.

Le malattie professionali. Per malattia professionale si intende una qualsiasi patologia “che possa essere posta in rapporto causale con lo svolgimento di una qualsiasi attività lavorativa”. Il Dm 10.06.2014 elenca le malattie professionali legate al lavoro per le quali è obbligatoria da parte dei medici che, nell’esercizio della loro professione ne riconoscano l’esistenza, la denuncia all’Ulss (SPISAL) e all’INAIL competente per territorio. Le segnalazioni hanno lo scopo di permettere all’Istituto Assicuratore di implementare l’elenco delle malattie per le quali avviene il riconoscimento automatico di tecnopatia professionale, allo SPISAL di realizzare una mappatura delle aziende a rischio, di programmare l’attività ispettiva nelle singole realtà aziendali e di attivare l’azione giudiziaria se il danno è imputabile a violazioni delle norme sull’igiene e sicurezza del lavoro e se assume il carattere di lesione personale grave o gravissima. 

Le malattie di origine professionale, a differenza degli infortuni, sono lente nella loro manifestazione e perciò spesso sottovalutate. Infatti uno dei problemi principali collegati alle malattie professionali è la loro storica sotto-notifica. L’aumento delle denunce riscontrato negli ultimi anni, raddoppiate a livello nazionale dal 2007 al 2011, è molto probabilmente da ricondurre ad una più matura consapevolezza del problema da parte dei lavoratori e di tutte le figure aziendali della prevenzione. Le malattie denunciate all’INAIL a livello nazionale nel 2021 sono state 55.205, in crescita del 22,8% rispetto alle 44.948 del 2020. Nel corso del 2022 sono pervenute al Servizio 787 denunce di sospetta malattia professionale, così distribuite: 84% patologie osteomuscolari, 8,5% patologie tumorali, 2% ipoacusie da rumore, 5,5% patologie di altra natura (respiratorie, dermatologiche, da stress-lavoro correlato o altro.

Interventi di prevenzione. Le verifiche sulla idonea implementazione delle misure per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sono state effettuate in tutte le tipologie di comparti produttivi. La maggior parte delle attività di controllo sono state implementate su iniziativa del Servizio basandosi sui dati epidemiologici relativi alla frequenza e gravità dei danni da lavoro (infortuni e malattie professionali) e alle indicazioni regionali al riguardo. Parte degli interventi sono stati eseguiti anche a seguito di esposti e/o segnalazioni provenienti da altri Enti o da privati cittadini. Alcune delle attività di verifica sono state effettuate in congiunta con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL) e con le forze dell’ordine per il contrasto al lavoro nero, al caporalato e allo sfruttamento illegale della manodopera. A questo scopo il Prefetto di Padova ha voluto fortemente la creazione di un gruppo interforze che intervenisse congiuntamente in situazioni di illiceità. 

Nel 2022, relativamente ai cantieri edili, ne sono stati visitati più di 900 per un totale di 1697 imprese controllate. Quasi il 30% dei cantieri sono risultati non a norma e per questi si è provveduto  a sanzionare uno o più imprese. I verbali di contravvenzione e prescrizione sono stati complessivamente 580, di cui 510 rivolti a datori di lavoro, dirigenti e preposti, 14 a committenti e/o responsabili dei lavori, 30 a coordinatori in fase di esecuzione e 12 a lavoratori autonomi. I cantieri di bonifica dell’amianto oggetto di verifica sono stati 228. Il dato preoccupante è che i verbali di contravvenzione nel settore delle costruzioni sono raddoppiati nel 2022 rispetto al 2021, verosimilmente anche in relazione alla ripresa dell’attività in edilizia dopo la pandemia, incentivata anche dagli sgravi fiscali promossi dal Governo (Bonus 110%). Le aziende agricole presenti in provincia di Padova sono rappresentate perlopiù da imprese familiari, quelle controllate nel 2022 sono state complessivamente 191 e i verbali comminati 65: questo significa che un’azienda su tre non era a norma. Le irregolarità riscontrate hanno riguardato quasi esclusivamente macchine (trattori in particolare) e attrezzature di lavoro. I trattori non a norma o non usati correttamente rappresentano in agricoltura ancora la principale causa di infortuni gravi e mortali. La vigilanza sulle aziende appartenenti agli altri settori produttivi, esclusa quindi edilizia ed agricoltura, ha interessato nell’anno di riferimento 783 aziende appartenenti al settore manifatturiero e dei servizi. Il 40% di esse presentavano una o più irregolarità. Le carenze rilevate riguardavano in particolar modo macchine, impianti, attrezzature di lavoro e viabilità interna.

Inchieste infortuni.  Le inchieste per infortuni sul lavoro rappresentano una delle attività principali del Servizio, sicuramente tra le più impegnative in termini di assorbimento di risorse e di responsabilità. Esse assolvono a due principali funzioni. La prima è quella di giustizia, cioè assicurare le fonti di prova nei casi di infortuni sul lavoro gravi o mortali avvenuti con violazioni delle norme relative alla sicurezza sul lavoro. La seconda, non meno importante della prima, è quella di prevenzione, cioè evitare che l’evento che ha causato un danno al lavoratore si ripeta o abbia comunque un impatto minore sulla sua salute. L’attività di inchiesta è svolta dai Tecnici della Prevenzione che hanno il compito di verificare le cause che hanno determinato l’evento, di favorire il ripristino di condizioni di sicurezza nel caso di riscontro di violazioni, di identificare eventuali responsabilità, di inviare rapporto alle Procure competenti, di testimoniare in sede di processo sui fatti accertati. Le inchieste nel 2022 hanno riguardato 252 eventi infortunistici, il 46% delle quali si sono concluse con il riscontro di violazioni correlate all’evento. Questo significa che un buon numero degli incidenti con danno alla persona era evitabile se fossero state rispettate le norme relative alla sicurezza sul lavoro. Nel corso del 2022 si sono verificati due infortuni mortali, di cui uno in agricoltura per elettrocuzione a seguito di contatto con linea elettrica in tensione e un altro in edilizia per schiacciamento a causa della perdita del carico della gru che il lavoratore stava manovrando da terra.

“I dati sopra riportati rappresentano una parte dell’attività svolta dallo SPISAL, quella legata alla vigilanza. Accanto al contrasto ai rischi presenti nei luoghi di lavoro, il servizio ha attuato – commenta la dott.ssa Rosana Bizzotto, direttore dello SPISAL dell’Ulss 6 Euganea – una serie di progetti e azioni in linea con il Piano Nazionale e Regionale della Prevenzione 2020-2025.  L’obiettivo è non solo quello di contrastare i danni da lavoro ma anche di incrementare nelle comunità di lavoro e nei soggetti che ne fanno parte, le competenze, la resilienza e la capacità di controllo delle situazioni e dei comportamenti a rischio nell’ottica della Total Worker Health, privilegiando modelli di intervento partecipato con tutti i soggetti pubblici e privati il cui operato può avere ricadute in termini di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.