Anche quest’annosi celebra dal 20 al 26 maggio, la Settimana Mondiale della Tiroide, appuntamento a cui Regione del Veneto partecipa con un’azione che si inserisce all’interno della campagna di comunicazione rivolta alla popolazione “Vivo Bene Veneto”, incardinata nel Piano Regionale Prevenzione 2020-2025, di cui traduce le linee guida in un messaggio che raggiunga tutti, senza distinzione di età, sesso e condizione.
Tra le corrette abitudini alimentari da adottare consapevolmente per “vivere bene”, infatti, rientra l’assunzione del sale iodato, per la prevenzione di patologie da iodocarenza. Come spiegano gli esperti, lo iodio è un micronutriente essenziale per il corretto funzionamento della tiroide, da assumere nelle quantità raccomandate in tutte le fasi della vita, con particolare attenzione alla fase preconcezionale, di gravidanza e allattamento, quando aumenta il fabbisogno ed il suo apporto è fondamentale per il corretto sviluppo neurologico del bambino.
“’Poco sale ma iodato’ è il motto lanciato circa 15 anni fa insieme alla campagna di iodoprofilassi – sottolinea l’assessore regionale alla Sanità e Politiche Sociali -. Oggi possiamo affermare che anche nel Veneto è stata raggiunta un’adeguata assunzione di iodio con la dieta, permettendo la scomparsa del gozzo in età scolare, come riporta l’ultima ricognizione condotta negli anni 2015-2019 dall’OSNAMI (Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia). Inoltre, un recente studio ha attestato una riduzione significativa dell’incidenza di ipertiroidismo nella nostra regione nell’ultimo decennio, specialmente legata ad una riduzione di incidenza del gozzo tiroideo. Questi risultati sono stati ottenuti grazie a un lavoro di concerto tra Università, Aziende Sanitarie e realtà territoriali, attraverso una campagna di diffusione capillare di informazione, dalle piazze fino alla scuola primaria, supportata e coordinata dalla Regione del Veneto mediante l’attuazione delle azioni previste dai diversi Piani Regionali di Prevenzione e dall’attuale che si caratterizza per un forte approccio intersettoriale”.
La fonte principale di iodio è rappresentata dagli alimenti, ma la quantità di iodio assunta con la dieta non è sempre sufficiente. In Italia, con una specifica legge del 2005, è stato avviato un programma di “iodoprofilassi” su base volontaria, che consiste nell’integrazione di iodio nell’alimentazione per assicurare un adeguato apporto giornaliero, in particolare attraverso l’uso di sale iodato al posto di quello normale da cucina, per massimo 5 grammi al giorno. Eccedere con il sale aumenta infatti il rischio di malattie cardiovascolari.
Approccio life-course e programmazione sanitaria regionale sono alla base di azioni capillari di formazione sul tema a partire dalle scuole primarie (con iniziative come il “Signor Iodio e il Signor Poco Sale”, “Merenda Sana”, la distribuzione di frutta, verdura, latte, yogurt e formaggi a scuola), interventi sulla ristorazione collettiva per garantire la qualità nutrizionale dei cibi somministrati con l’utilizzo di sale iodato, oltre ad apposite campagne di comunicazione e sensibilizzazione e alla formazione del personale sanitario. In particolare, il Programma “Scuole che promuovono Salute” presente nel Piano Regionale Prevenzione 2020-2025 dà continuità a queste azioni rivolte al setting scolastico, sottolineando l’importanza di impegnarsi a supportare la Scuola a divenire luogo che faciliti scelte di vita salutari attraverso la creazione di alleanze tra settore educativo sanitario e sociale.
Nonostante l’importante traguardo raggiunto, la gravidanza risulta essere una fase della vita ancora a maggior rischio per la carenza di iodio assunto tramite la dieta. Le donne del Veneto, così come in tutta Italia, continuano a fare i conti con un apporto iodico non ottimale. Inoltre, un’indagine condotta recentemente in Veneto ha rilevato nelle ragazze di 11-16 anni, rispetto ai compagni maschi, un significativo minore consumo giornaliero di latte vaccino, che è una fonte alternativa di iodio indispensabile, pur utilizzando con regolarità il sale iodato. Che le giovani preadolescenti e adolescenti, pur utilizzando con regolarità il sale iodato, smettano molto precocemente di bere il latte vaccino, merita grande attenzione, perché è determinante mantenere un adeguato livello di iodio a tutte le età e a maggior ragione durante la gravidanza e l’allattamento, vista l’importanza dello iodio per il corretto sviluppo neurologico, specie in tenera età.
“Proprio per questo – conclude l’Assessore – il messaggio lanciato dalla Regione del Veneto, assieme all’Università degli Studi di Padova, in occasione di questa edizione della settimana mondiale della Tiroide riprende l’immagine di un bambino che, toccando il grembo della propria mamma, le ricorda l’importanza di pensare al suo corretto apporto di iodio. Questo vuole rappresentare l’importanza di investire fin dall’età scolare per fornire i corretti strumenti per l’adozione consapevole di corrette abitudini per la salute, come perseguito da decenni dalla strategia regionale di prevenzione delle patologie tiroidee da iodocarenza”.