Tariffario, FederAnisap proclama lo stato di crisi

“Uno dei capisaldi delle promesse elettorali del Governo Meloni era quello di ridurre le liste d’attesa nella Sanità. Ebbene, a causa di una serie infinita di errori e mancato ascolto degli operatori di settore, che devono far quadrare i conti delle proprie strutture, il ‘regalo’ che il Ministro della Salute Orazio Schillaci fa ai cittadini è quello di far esplodere le liste d’attesa proprio a inizio 2025. Cosa succederà? A seguito del nuovo Tariffario sulle prestazioni di sanitarie di specialistica ambulatoriale e protesica, approvato con il cosiddetto ‘Decreto Tariffe’ del Ministro della Salute emesso il 25 Novembre 2024, il Tar del Lazio ha prima sospeso e poi revocato il blocco del decreto, rinviando la decisione definitiva sulla sospensione alla Camera di Consiglio del 28 Gennaio 2025. Qualora l’applicazione del nuovo Tariffario non fosse sospesa, con taglio di numerosi rimborsi, alcuni fino al -80%, le nostre strutture non potranno coprire i costi di gestione e saranno obbligate a sospendere le relative prestazioni, a tempo indeterminato, almeno finché la situazione non verrà risolta. Lo dichiara Valter Rufini, Presidente di FederAnisap.

“Ciò influirà in maniera drastica sull’aumento esponenziale delle liste d’attesa, poiché i cittadini saranno costretti a rivolgersi in massa alle strutture pubbliche. In questa protesta siamo in pieno accordo e sintonia con UAP, Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori e Enti Ospedalieri Privati e l’AIOP, Associazione Italiana Ospedalità Privata. Nella pratica si crea un danno incalcolabile ai cittadini che già pagano le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale tramite il prelievo fiscale: molti ritengono che la Sanità in Italia sia gratuita per tutti senza considerare che gli oltre 135 miliardi annui con cui lo Stato finanzia i servizi sanitari delle Regioni provengono, fino all’ultimo centesimo, dalle tasche dei lavoratori che contribuiscono anche per i propri famigliari, cui si aggiungono svariati miliardi pagati, sempre dagli stessi cittadini non esenti, per i ticket sanitari. In pratica, gli unici che non contribuiscono sono gli evasori fiscali. Oltre al danno, quindi, si aggiunge la beffa delle interminabili liste d’attesa, con rinuncia alle cure e disagi senza fine a causa dell’incapacità a gestirle da parte dello Stato, del Ministero della Salute e delle Regioni”.

“Peraltro – come conferma l’avvocato Antonella Blasi di Legal HealthCare, Team di avvocati a cui è stato dato mandato da FederAnisap, UAP e AIOP per la gestione legale della complessa tematica relativa al Tariffario di specialistica ambulatoriale e di altre problematiche sanitarie – dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito la priorità a mantenere inalterate le spese in Sanità riducendone altre non essenziali, si stanno valutando gli aspetti incostituzionali del Decreto ministeriale che ha introdotto il nuovo Tariffario il quale, appunto, riduce spese essenziali a discapito del diritto alla Salute”.

“Mai e poi mai avremmo voluto arrivare a questo punto, ma ora siamo davvero costretti a una protesta definitiva che si svolge in un clima di profonda delusione per le mosse del Governo e del Ministro Schillaci. Stiamo realizzando un ultimo tentativo di ricomposizione, raccogliendo migliaia di firme con una petizione pubblica per bloccare l’introduzione del nuovo Tariffario”, prosegue Rufini.

Per inquadrare la situazione riguardante 27.000 strutture sanitarie accreditate al SSN, che di quest’ultimo fanno parte a pieno titolo esattamente come le strutture e gli ospedali pubblici, occorre fare un passo indietro alla legge che negli anni ‘90 ha istituito questo sistema, ossia il Decreto Legislativo 30 dicembre 1992 n. 502 che può, senz’altro, definirsi una pietra miliare nell’ambito dell’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale perché è servito ad individuare, sulla base di predefiniti criteri di qualità, i soggetti erogatori per conto e a carico del SSN.

Noi siamo quei soggetti che, peraltro, hanno contribuito in maniera determinante all’eccellenza della Sanità in Italia negli ultimi 32 anni. Operiamo per nome e per conto del Servizio pubblico ma siamo anche soggetti privati e dobbiamo far quadrare i conti delle nostre aziende non solo per tutelare i nostri lavoratori ma per consentire un servizio di alta qualità per i cittadini. L’attenzione alle risorse che poniamo nella nostra attività – e che dovrebbe essere propria anche degli enti sanitari pubblici – ha portato in tutti questi anni a un miglioramento complessivo dell’offerta e, in definitiva, a un migliore servizio per i cittadini. Per questi e altri motivi non comprendiamo per quale ragione questo Governo – pur ispirato a principi politici generali che condividiamo – intenda scardinare questo sistema gettando nello sconforto, oltre a noi, l’intera popolazione italiana”, dice ancora Rufini. “Del resto, la riduzione dei rimborsi previsti dal nuovo Nomenclatore Tariffario – che nonostante fosse fermo dal 1996 ha comunque subito pesanti tagli – va dal -40% al -80% per numerose prestazioni, il tutto considerando che le Regioni in piano di rientro non possono modificare il Tariffario, al contrario di quelle più virtuose: ciò significa peggiorare marcatamente la situazione sanitaria nelle Regioni del Sud Italia e le Isole, già in profondo rosso”, denuncia Rufini.

Facciamo quindi un ultimo accorato appello alla Presidente del Consiglio Meloni e al Presidente della Repubblica Mattarella perché blocchino in extremis questo infernale meccanismo, deleterio per tutti: “Salvate la Sanità. I cittadini ve ne saranno per sempre grati!”, conclude Rufini.