sala operatoria

Proviamo a recuperare entro fine anno

Entro fine anno. E’ questo il termine che la Regione Veneto si è data ed ha dato ai vari direttori generali delle aziende sanitarie, per recuperare tutte quelle prestazioni ambulatoriali, chirurgiche e di screening sospese causa priorità al covid. Entro fine anno le liste d’attesa dovrebbero essere azzerate. O meglio l’intento e la volontà sono questi.
Sono 500mila le prestazioni da recuperare e non sono poche. La Regione ha varato uno specifico provvedimento per il recupero dell’attività sanitaria cosiddetta ordinaria. Le singole Ulss, il 30 giugno scorso, hanno presentato un piano di rientro e smaltimento degli appuntamenti sospesi. L’andamento dell’epidemia è una variabile che non si può eludere, anche se la lieve risalita dei contagi e il timore della variante delta non sembrano avere alcun impatto sulla ospedalizzazione.

E questo, oltre a rappresentare indubbiamente un sollievo, agevola il piano di recupero delle prestazioni sospese. Ma come sta procedendo ce lo spiega Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità della Regione Veneto.
«Abbiamo varato il provvedimento per il recupero della specialistica, a trenta e sessanta giorni, che avevamo sospeso, gli interventi chirurgici di elezione programmati ed anche alcuni screening.
Le persone infatti, durante le fasi acute del virus, non rispondevano alle chiamate dirette per i test preventivi. A fine giugno, le singole Ulss hanno presentato i piani di recupero e li stiamo valutando per organizzare la programmazione che preveda l’espletamento di tutte le prestazioni entro fine anno. Sono 500 mila».

A che punto siete?
Procediamo, stanno programmando molto bene, stanno recuperando anche le sale operatorie con l’attività chirurgica. E’ chiaro che anche in questo caso scontiamo la mancanza di professionisti, di medici specialisti.
Stiamo ripianificando tutti gli interventi di elezione che erano stati rinviati, ma abbiamo bisogno di anestesisti e di personale sanitario che non sempre c’è. E’ una questione annosa che conosciamo tutti.

E poi ci sono le ferie …
Ci sono le ferie e credo che i nostri professionisti del mondo sanitario abbiano diritto ad un po’ di riposo, dopo sedici mesi di lavoro continuo, di stress fisico e psicologico.
Oltre a ringraziarli è chiaro che dobbiamo garantire loro le ferie, organizzando i turni per le vacanze, giuste e meritate, e quindi dobbiamo conciliare un po’ tutto e lo stiamo facendo con calendari che consentano di recuperare il più possibile.

Ce la farete entro fine anno ?
Noi ci proviamo, questo è l’obiettivo. I direttori generali delle Ulss saranno misurati se riusciranno ad accelerare e rispettare questi parametri, anche perché abbiamo dei finanziamenti nazionali che sono arrivati e che dobbiamo spendere in un determinato tempo. Le Ulss sanno che possono erogare prestazioni aggiuntive fuori dell’orario di lavoro e possono ricorrere anche agli erogatori privati per l’abbattimento delle liste d’attesa. I direttori generali hanno diversi mezzi e strumenti da applicare per dare risposte ai cittadini, che sono in attesa.

Nella prima fase della pandemia si era bloccato tutto tranne le emergenze, dopo siete riusciti comunque a garantire anche una quota di attività sanitaria ordinaria.
La prima ondata, quella di marzo 2020, era una novità assoluta ed abbiamo bloccato tutto anche perché eravamo impreparati.
Le ondate successive siamo riuscite a contenerle in maniera diversa: abbiamo chiuso e riaperto a seconda della necessità.
Questi stop and go comunque non hanno permesso di svolgere pienamente l’attività, creando ritardi ed accumuli di prestazioni, ma abbiamo sempre cercato di assicurare più prestazioni possibili, allargando le maglie anche nei periodi più difficili ed intensi di circolazione del virus.